Intrighi, suspance, agnizioni e climax.
Incantevoli dichiarazioni d’amore, terribili pronunce di morte; frivoli dialoghi e raffinate descrizioni.
Un ritmo prima incalzante, poi lento e denso come olio che cola da una giara.
Pagine che volano con uno sguardo e altre da assaporare e rileggere con piacere.
Un veliero entra nel porto di Marsiglia per aprire il racconto, uno yacht lo chiude portando via lontano da noi il protagonista: il mitico, fantasmagorico e soprannaturale Edmond Dantés.
Incantevoli dichiarazioni d’amore, terribili pronunce di morte; frivoli dialoghi e raffinate descrizioni.
Un ritmo prima incalzante, poi lento e denso come olio che cola da una giara.
Pagine che volano con uno sguardo e altre da assaporare e rileggere con piacere.
Un veliero entra nel porto di Marsiglia per aprire il racconto, uno yacht lo chiude portando via lontano da noi il protagonista: il mitico, fantasmagorico e soprannaturale Edmond Dantés.
Questo e molto altro ancora è il capolavoro di
Alexandre Dumàs.
Compòsito all’inizio, come un intricato e approfondito esercizio per lettori allenati, questo grande racconto ricompensa a pieno la pazienza di chi lo affronta solo negli ultimi capitoli, quando vengono al pettine tutti i nodi dell’intreccio tessuto nella parte centrale.
I dolci frutti della fatica di Dumàs e della vendetta di Dantés si assaporano dalla metà in poi. La narrazione accelera, tutto si tiene, nessun dettaglio va perduto.
Un capolavoro di quel genere che non se ne vedono in giro da secoli e che testimonia la chiarezza dell’ampia mente che l’ha prodotto.
La narrazione per noi lettori moderni è indigesta a tratti. Un colpo di scena ogni dieci pagine è troppo, quasi pacchiano. E' il problema di adattare una modalità di lettura tipica di un romanzo a puntate con quella di un volume unico.
Il patto di narrazione concede volentieri a Montecristo, alias "mano della Provvidenza", stramberie e meraviglie ottocentesche dal germe superomistico.
Compòsito all’inizio, come un intricato e approfondito esercizio per lettori allenati, questo grande racconto ricompensa a pieno la pazienza di chi lo affronta solo negli ultimi capitoli, quando vengono al pettine tutti i nodi dell’intreccio tessuto nella parte centrale.
I dolci frutti della fatica di Dumàs e della vendetta di Dantés si assaporano dalla metà in poi. La narrazione accelera, tutto si tiene, nessun dettaglio va perduto.
Un capolavoro di quel genere che non se ne vedono in giro da secoli e che testimonia la chiarezza dell’ampia mente che l’ha prodotto.
La narrazione per noi lettori moderni è indigesta a tratti. Un colpo di scena ogni dieci pagine è troppo, quasi pacchiano. E' il problema di adattare una modalità di lettura tipica di un romanzo a puntate con quella di un volume unico.
Il patto di narrazione concede volentieri a Montecristo, alias "mano della Provvidenza", stramberie e meraviglie ottocentesche dal germe superomistico.
Esistono varie edizioni del Conte di Montecristo. I diritti
d’autore sono scaduti e un po’ tutti lo pubblicano.
Esiste anche in duplice volume, ma io ho scelto quello edito nella nuova collana “Elefanti” di Newton e Compton.
Bella la copertina rigida imbottita, simpatica la caricatura di Dumàs su sfondo blu e soprattutto, caratteri abbastanza grandi da non affaticarsi nella lunga lettura.
Prezzo ragionevole: 14,90 €.
Per gente paziente.
Esiste anche in duplice volume, ma io ho scelto quello edito nella nuova collana “Elefanti” di Newton e Compton.
Bella la copertina rigida imbottita, simpatica la caricatura di Dumàs su sfondo blu e soprattutto, caratteri abbastanza grandi da non affaticarsi nella lunga lettura.
Prezzo ragionevole: 14,90 €.
Per gente paziente.
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