Giorgia Meloni e Luca Telese affrontano la questione giovanile
in due libri editi da Sperling & Kupfer. L’ex ministro della Gioventù lo fa
con “Noi crediamo”, il giornalista di La7 con “Gioventù, amore e rabbia”.
Rassicurante Meloni, che racconta i tanti esempi di “ragazzi
e ragazze che hanno sfidato se stessi, la terra d’origine, il mondo e le idee
preconcette, gli ostacoli. E hanno vinto”. L’ex ministro della Gioventù scopre in
giro per l’Italia “una “foresta di talenti, idee e sacrifici, che cresce all’ombra
di una nazione” colpevole perché “non vede non sa, non vuole capire”.
Provocatorio Telese, che parla di “conflitto occulto in Italia, dove la
generazione degli ex baby boomers ha schiavizzato quella dei figli, l’ha
divorata, colonizzata, gli ha prospettato un futuro di precarietà, barattandolo
con la sinecura della paghetta a vita”. Insomma, il giornalista vede “un Paese che
se ne frega dei più giovani”.
In libreria da mercoledì 16, questi due libri impongono
alcune domande: quanto dipende la crisi dei giovani dai giovani stessi? È giusto
addossare tutta la colpa alla generazione precedente? È vero che i giovani
possono fare tutto solo con le proprie forze? Dovrebbero accettare qualunque
lavoro?
Chissà cosa direbbe quel medico trentenne che pochi giorni
fa mi ha raccontato di tanti giovani medici laureati, neo specializzati, pagati
cinque euro a visita o sette euro all’ora. Professionisti, con la
responsabilità della nostra salute. “Meno della mia donna delle pulizie, con
tutto il rispetto per le domestiche”, ha pensato ad alta voce un suo autorevole collega anziano, mortificato.